Coltivare è un atto di ribellione: il giardino come rivoluzione silenziosa
- Dylan
- 28 mag
- Tempo di lettura: 1 min
In un mondo sempre più dominato da monopoli agrochimici, cibo standardizzato e perdita di biodiversità, coltivare un orto naturale non è solo una scelta ecologica, ma una forma di resistenza.
Seminare senza pesticidi, scegliere varietà antiche, curare la terra senza sfruttarla: ogni gesto nel tuo giardino diventa una dichiarazione di indipendenza.
Non hai bisogno di grandi estensioni di terra. Anche un piccolo balcone può diventare un luogo sacro, dove rigenerare la tua salute e quella del pianeta.
Perché è rivoluzionario?

Perché sottrai potere alle multinazionali del cibo.
Perché recuperi saperi dimenticati, trasmessi per millenni.
Perché trasformi il tempo libero in un atto creativo e produttivo.
Perché coltivare significa osservare, ascoltare e collaborare con la natura, non dominarla.
Non servono eroi, né ideologie: basta un seme, un po’ di terra e la volontà di ricominciare a pensare con le mani.
Nel nostro corso base, questi valori diventano pratiche reali.
Ma per ora, prova a piantare qualcosa… e osserva cosa cambia dentro di te.
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